12 giugno 2002

 

L'ambasciatore Walker bolla come 'ridicole' le affermazioni di Milosevic su Racak

L'ambasciatore Walker conferma le accuse a Milosevic su Racak, ma dimostra anche un certo grado di superficialità. Si è svolta inoltre la consueta conferenza stampa del mercoledì.

L'Aja, 12 giugno 2002 - Nell'udienza odierna del processo a carico di Slobodan Milosevic per i crimini scommessi nella ex Yugoslavia a partire dal 1991 l'Ambasciatore William Walker, capo della missione di controllo dell'OSCE in Kosovo, ha bollato come "ridicola" la ricostruzione del massacro di Racak il 15 gennaio 1999. Milosevic ha però messo in luce una certa superficialità nel lavoro di Walker.

Nella consueta conferenza stampa del mercoledì è stata annunciata la visita in Bosnia Erzegovina della delegazione del TPIY composta dal presidente del Tribunale, Claude Jorda, dal capo procuratore, Carla Del Ponte e da vice cancelliere Bruno Cathala, per discutere nuove forme di collaborazione.

Il ruolo di Walker sul massacro di Racak

L'ambasciatore Wiliam Walker è stato oggi controinterrogato da Slobodan Milosevic in particolare sul cosiddetto 'punto di svolta' del conflitto in Kosovo, il massacro di Racak del 15 gennaio 1999.

Il capo della KVM nelle prime ore del pomeriggio del 16 gennaio aveva infatti gridato al massacro di civili con la stampa internazionale. Questa denuncia aveva fatto allarmare non poco la comunità internazionale ed è stata determinante nella decisione per l'intervento NATO, appena due mesi dopo.

Milosevic continua a sostenere che si è trattato di uno scontro tra Uck e forze militari serbe, ma sono stati trovati i corpi di solo 9 miliziani dell'Esercito di Liberazione del Kosovo su 45 vittime accertate.
"Non credo - ha specificato Walker - che la lotta al terrorismo abbia a che fare con il massacro di civili come è accaduto a Racak".

Inolte, ha chiarito il capo della KVM, "nessuno nega che l'Uck abbia compiuto atti criminali, ma se parliamo di numeri - ha precisato - probabilmente vi sono state più violenze da parte dell'Uck, ma se parliamo di scale di intensità, le forze serbe hanno commesso violazioni molto più gravi e di violenza senza dubbio maggiore".

Walker a Milosevic: Non sia ridicolo!

Milosevic ha poi focalizzato l'attenzione su un punto specifico della ricostruzione ufficiale fornita da Belgrado: miliziani dell'Uck sarebbero entrati durante la notte nella cittadina per simulare la scena del massacro, rivestendo i cadaveri in abiti civili, con le forze armate yugoslave e serbe alle porte della cittadina.

"Considero ridicola questa ricostruzione dei fatti", ha affermato Walker cha ha inoltre confermato che Milosevic era a conoscenza di quanto accadeva, se non altro perché la comunità internazionale continuava a segnalarlo a lui personalmente e ai suoi fedelissimi collaboratori.

"Negli incontri con lei - ha affermato Walker rivolgendosi direttamente a Milosevic - e con i suoi sottoposti, lei era la persona più potente nella catena di comando dell'ex Yugoslavia, quindi ero convinto che lei sapesse quanto stava accadendo a Racak". "Non ho visto alcun comandante o sottoufficiale o membri delle unità speciali del MUP - ha aggiunto - che si comportasse in modo diverso dai suoi ordini".

I limiti della deposizione di Walker

Slobodan Milosevic ha però messo in luce una certa superficialità da parte di William Walker nell'esercizio delle sue funzioni e soprattutto ha ribadito che le osservazioni non sono state condotte in modo imparziale.

"Ho detto al generale Dz [Drewienkiewicz, ndr] di mandare Maisonneuve a controllare quanto stava accadendo a Racak. Non credo fosse possibile entrare nella cittadina per cui suppongo che abbiano osservato quanto stava accadendo con i binocoli dalle colline circostanti"

L'ambasciatore, che si è "arrampicato sulle colline circostanti- ha ricordato lo stesso capo della KVM - con una gamba malata" e ad un certo punto ha avutoi la sensazione "di non poter più andare avanti per il freddo, il vento, la neve, e il profondo disgusto" per quanto stava vedendo, probabilmente non ha condotto indagini accurate prima di denunciare la palese violazione dei diritti umani e delle leggi di guerra.

Milosevic parla dell'America Latina

All'inizio del controinterrogatorio, come sempre accade con i testimoni dell'accusa e soprattutto con quelli 'eccellenti', Milosevic ha cercato di screditare la professionalità dell'ambasciatore Walker, lasciando intendere che l'incarico di capo della KVM gli è stato affidato come 'ripiego'.

Per tale ragione la difesa ha cercato nel passato del curriculum diplomatico di Walker, che si è occupato per molti anni di America Latina, chiedendo al testimone le motivazioni per cui non è stato nominato da Clinton ambasciatore a Panama.

L'OTP presenta il documento ufficiale in cui Walker viene dichiarato persona non grata

Dopo aver denunciato il massacro di Racak, l'ambasciatore Walker è stato dichiarato persona non gradita al regime Milosevic da Belgrado.

La procura ha presentato oggi i documenti ufficiali della Repubblica Federale Yugoslava e del governo serbo in cui è scritto che "Mr Walker è andato ben oltre i suoi compiti e per questo è stato dichiarato persona non grata. Per quanto riguarda il tribunale dell'Aja, il Tribunale non ha potere in Yugosalvia e non può intromettersi nel diritto del nostro paese di combattere il terrorismo.

Rapprensentanti del Tribunale possono venire nel nostro paese e chiedere informazioni ma non possono aspettarsi di condurre investigazioni in Kosovo".

Nuove forme di collaborazione tra TPIY e Bosnia

Dopo la visita della delegazione croata, oggi il portaoce del TPIY Jim Landale, ha confermato che una delegazione del Tribunale composta dal presidente del Tribunale, Claude Jorda, dal capo procuratore, Carla Del Ponte e da vice cancelliere Bruno Cathala, è in partenza per la Bosnia.

Il Tribunale Onu sta infatti cercando nuove forme di collaborazione con le corti nazionali soprattutto per gli imputati di 'medio e basso profilo'

La portavoce della Procura, Florence Hartmann ha chiarito che "questo non interferisce né crea problemi al lavoro della Corte Penale Internazionale in quanto il TPIY è stato costituito con l'intento di collaborare con le corti nazionali".


by Valentina Cosimati
pubblicato su RadioRadicale.it
L'Aja, 12 giugno 2002

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