07 marzo 2002

 

Prosegue la testimonianza di Shabit Kadriu

Nella sedicesima udienza della Norimberga dei Balcani Shabit Kadriu ha proseguito il racconto degli orrori di cui è stato vittima e testimone, mostrando foto, video e documenti

Ultimo aggiornamento: 7 marzo 2002 h20.57

Shabit Kadriu ha oggi proseguito la sua testimonianza, raccontando le violenze subite e gli orrori a cui ha assistito. Kadriu ha raccontato di profughi uccisi, lasciati senza acqua e senza cibo, di persone torturate, di gruppi di donne "violentate, (e mi dispiace dirlo pubblicamente) picchiate e uccise nel modo più selvaggio e inumano immaginabile", di bambini "massacrati" e delle torture subite in prigione.

A conclusione dell'udienza odierna è stato inoltre mostrato un video con le immagini di un convoglio di profughi albanesi che si dirigevano verso l'Albania, costretti a condizioni "disumane", in cui si vedevano, tra l'altro, corpi di persone sfigurate dai maltrattamenti subiti.

Le milizie serbe hanno attaccato un convoglio di 30.000 profughi

Kadriu ha ricordato le difficoltà affrontate durante la fuga dal Kosovo di un convoglio di oltre 30.000 profughi: "Procurarsi cibo e acqua era molto difficile, e la situazione era complicata dalla presenza delle milizie serbe, ci sono molti esempi di persone uccise mentre cercavano di procurarsi del cibo".

L'insegnante kosovaro, "coordinatore" di un gruppo che raccoglieva documentazione per il Consiglio per i rispetto dei diritti umani e delle libertà, ha quindi raccontato che la notte del 2 maggio "a partire dalle 9 di sera è iniziato un massacro, ho una videocassetta che lo documenta".

"Alla fine del convoglio abbiamo sentito delle urla, c'erano dei poliziotti, abbiamo poi sentito degli spari e delle persone sono state uccise", "gli omicidi sono cominciati verso le 21 e sono continuate fino a mezzanotte".
"Abbiamo sentito il rumore di granate, abbiamo sentito le urla dei bambini, erano così orribili che non potrò mai dimenticarlo, peggio di quando ero in prigione".

"Il 3 maggio c'è stata una separazione tra uomini e donne. Verso le 10 di mattina sono venuti da noi e hanno separato le donne dagli uomini. Hanno detto che gli uomini tra i 15 o 17 anni non ricordo bene e i 65 anni dovevano essere separati dagli altri, eravamo in un campo. Aspettavamo dei camion che ci avrebbero portato in prigione".
Kadriu è stato in prigione fino al 31 maggio

La prigionia

"Siamo arrivati lì [nella prigione] con dei camion, io ero nell'ultimo dei camion. Mi hanno controllato i documenti, siamo stati registrati e ci hanno poi messi tutti con la faccia al muro e le braccia in alto"
Il teste ha chiarito che tutti quelli che sono stati portati in prigione erano "civili, non avevamo armi con noi, e non eravamo membri dell'Uck, se lo fossimo stati non saremmo stati all'interno del convoglio, ma ce ne saremmo tenuti distanti come facevano gli altri".

Volta per volta "la polizia chiedeva chi era di un villaggio o di un altro, li prendevano, li torturavano e spesso non tornavano".
"Ci prendevano in gruppi e ci portavano nella direzione della prigione dove c'erano molte stanze, dove ci prendevano separatamente e ci interrogavano, c'erano delle persone in abiti civili".

Le torture

"Ha subito maltrattamenti durante gli interrogatori?" ha chiesto il sostituto procuratore Geoffrey Nice. "Sì, non solo io". Così ha inizio il racconto delle torture subite da Kadriu durante i giorni di prigionia. Il teste ha raccontato che i prigionieri venivano picchiati brutalmente, ha chiarito che la polizia non dava da mangiare e da bere ai prigionieri se non "della zuppa in cui spesso c'erano degli insetti (scarafaggi) e noi eravamo costretti a finirla altrimenti venivamo picchiati".

"Il personale della prigione aveva differenti uniformi rispetto alla polizia ma collaboravano benissimo tra di loro".
"Mentre torturavano le persone facevano suonare la musica a volume molto alto".
"Bisognava essere molto coraggiosi e scaltri per riuscire a non farsi identificare come appartenenti ad un villaggio o ad un altro". "Sapevano- ha proseguito il teste - che ero un attivista del Consiglio per i diritti umani e le libertà. Mi facevano domande provocatorie, mi chiedevano di miei parenti che secondo loro facevano parte dell'Uck. Mi chiedevano perché hai fatto questo e quest'altro".

Le violenze su donne e bambini

Kadriu ha poi testimoniato di un "bambino di sei anni ucciso nel cortile della sua casa, prima lo hanno ferito, poi gli hanno sparato varie volte e il suo cervello è schizzato via sul muro della casa".

Il teste ha poi parlato di violenze "inumane" su un gruppo di giovani donne che "stavano cercando del cibo per i loro figli", "erano ragazze giovani, violentate, (e mi dispiace dirlo pubblicamente) picchiate, mutilate e uccise nel modo più selvaggio e inumano immaginabile"

Alla fine dell'udienza è stato mostrato un video con le immagini del convoglio dei profughi in cui vengono mostrati corpi di persone picchiate a sangue, case in fiamme e migliaia di profughi che viaggiavano a piedi e su mezzi di fortuna.

A conclusione della seduta odierna sono state prese, a microfoni spenti, le decisioni sull'ordine dei testimoni dell'accusa per la prossima settimana.
Shabit Kadriu proseguirà la sua testimonianza domani.

by Valentina Cosimati
pubblicato su RadioRadicale.it
Roma, 07 marzo 2002

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