03 giugno 2002

 

Nuove difficoltà per la procura, teste protetto rifiuta di rispondere

Un altro 'super testimone' mette in difficoltà la Procura rifiutando di rispondere. Nuovo contributo di Human Rights Watch. Non sono ancora stati discussi i tempi del processo

L'Aja, 3 giugno 2002 - Nell'udienza odierna del processo a carico di Slobodan Milosevic un altro testimone dell'accusa sotto protezione ha messo in difficoltà la Procura, rifiutando di rispondere alle domande più banali in sessione a porte aperte.
Fred Abrahams, ricercatore associato di Human Rights Watch, ha invece chiarito molti punti e ha specificato che sono state riportate violenze sia da parte del governo di Belgrado che da parte di NATO e Uck. Milosevic ha cercato di mettere in discussione la credibilità scientifica dei rapporti dell'organizzazione statunitense, come aveva cercato di fare con Patrick Ball, esperto di statistica che ha collaborato con HRW. L'ex uomo forte di Belgrado ha inoltre obiettato che la deposizione non potrebbe essere considerata valida in quanto il teste ha collaborato con la Procura nella preparazione dell'atto d'accusa, ma il giudice May ha rigettato l'obiezione affermando che non vi è alcun impedimento per l'ammissibilità.

Lo strano comportamento del teste 'K12' Il testimone K12 ha deposto oggi in sessione a porte chiuse e ha rifiutato di rispondere anche alle domande più semplici nel momento in cui l'udienza è stata accessibile al pubblico perché spaventato di poter essere identificato e quindi divenire insieme alla sua famiglia oggetto di ritorsioni.

Il presidente della Terza Corte, giudice Richard May, ha aggiornato l'udienza e ha chiarito al teste dell'accusa che è tenuto a rispondere alle domande e "a dire la verità".

Il giudice May ha quindi stabilito che il teste dovrà parlare con la Procura - al contrario della prassi ordinaria per cui un teste sotto giuramento non può parlare con nessuno della sua deposizione - e tornare in aula per rispondere alle domande nel pieno rispetto delle decisioni della Corte.
"Non so, non sono in grado di rispondere, non ne so niente, lo volete capire?", questa una delle poche frasi udibili dal Testimone K12, probabilmente di etnia serba che ha svolto il servizio militare come autista e che ha poi lavorato come autista di camion.

La deposizione di Fred Abrahams (HRW) mette alle strette Milosevic

Fred Abrahams, ricercatore associato di Human Rights Watch, ha oggi fatto cadere tutte le tesi portate avanti finora dall'ex presidente yugoslavo ora detenuto nella prigione di Scheveningen.

In primo luogo il ricercatore ha chiarito che "le violenze sono state riscontrate sia da parte delle milizie serbe che da parte dell'Uck e da parte della NATO", mettendo all'angolo Milosevic su uno dei suoi leit motiv, ovvero sul fatto che l'Esercito di Liberazione del Kosovo ha violato i diritti umani.

"Non crede quindi che il governo di Belgrado avesse il diritto di difendersi dai terroristi?", ha chiesto Milosevic
"Non abbiamo mai messo in discussione il diritto degli stati e del suo governo - ha affermato il teste nell'unica occasione in cui si è rivolto direttamente all'imputato - di lottare contro il terrorismo o di confrontarsi con i problemi interni. La questione non è cosa ma come siete intervenuti. Molto spesso i civili sono stati considerati obiettivi militari", ha spiegato il ricercatore di HRW.

Il ricercatore ha inoltre specificato che la sua organizzazione, così come molte altre, ha inviato numerose missive ai ministri competenti, tra cui quello dell'informazione, per chiedere notizie su serbi e albanesi in carcere e per denunciare le violenze perpetrate dalle milizie serbe.
"Non c'è mai stata nessuna risposta", ha affermato Abrahams.

Tra le altre cose HRW ha inviato copie dei rapporti sulle violazioni di diritti umani al governo di Belgrado e "non vi è stata mai alcuna smentita ufficiale. Vi sono state delle negazioni sui mezzi di informazione", ma di fatto non vi è mai stata alcuna forte presa di posizione. Tipicamente gli organi ufficiali di uno stato si attivano per dimostrare il contrario se la polizia, l'esercito, il governo e il presidente di uno stato vengono accusati da varie organizzazioni umanitarie e ONG di gravissime violazioni dei diritti umani, come crimini contro l'umanità, genocidio e gravi violazioni della Convenzione di Ginevra.
Abrahams ha mostrato in aula le copie delle lettere e i rapporti inviati, dimostrando quindi che Milosevic e il suo governo erano a conoscenza di quanto stava accadendo e di fatto confermando quanto affermato da Lord Paddy Ashdown il 15 marzo scorso

Lord Ashdown aveva infatti chiarito che l'imputato era più che informato di quanto stava accadendo e in quell'occasione aveva pronunciato la storica frase: "Le ho detto che se avesse continuato ad ignorare tutti gli avvertimenti sarebbe finito nel Tribunale Internazionale, ed eccola qui"

Violazione di proprietà privata e di siti religiosi

Il ricercatore chiamato oggi a testimoniare ha effettuato le proprie ricerche in particolare sulle violazioni della proprietà privata. In aula sono state presentate foto di case distrutte, date alle fiamme, dai cui scheletri spuntavano file di panni stesi, segno che si trattava di abitazioni civili e non esattamente di 'covi di terroristi'. Il teste ha chiarito di aver visto con i propri occhi interi villaggi distrutti e moschee violate e in parte distrutte.

Tre tipi di stupri

Abrahams ha parlato delle tre tipologie di stupri individuate da Human Rights Watch, che ha presentato un rapporto intitolato "Stupro come arma per la pulizia etnica".
"Sono stati documentati 96 casi di stupri nei confronti di donne kosovare albanesi da parte di agenti di polizia e dell'esercito serbo. Voglio enfatizzare - ha chiarito - che il numero è decisamente più alto di quanto abbiamo potuto documentare. In primo luogo perché vi è un tabù connesso con crimini di questa natura. Purtroppo la loro cultura prevede che se una donna è stata violentata non trova marito ed è soggetta a violenze sessuali"

All'interno di questi casi sono stati individuati tre tipologie di massima: all'interno delle abitazioni; in luogo aperto nei pressi di convogli di profughi da cui venivano rapite, stuprate, mutilate e in alcuni casi uccise donne sia di fronte ai profughi stessi, sia nelle campagne circostanti; nelle carceri. In tutti i casi i criminali appartenevano ad esercito e forze armate yugoslave.

Il teste dell'accusa ha inoltre presentato in aula alcune fotografie di persone uccise, tra cui bambini mutilati e persone uccise in carcere con i corpi completamente sfigurati dalle torture subite.

Milosevic cerca invano di minare la credibilità del teste e di HRW

Slobodan Milosevic ha obiettato che la testimonianza non era da ritenersi valida perché il ricercatore ha collaborato con la Procura, ha cercato di far cadere in contraddizione il teste senza alcun risultato, ha provato a mettere in dubbio il metodo con cui sono state condotte le ricerche e la professionalità dei ricercatori, ha tentato di provocare il teste e infine si è appigliato al fatto che HRW riceve finanziamenti da Soros e che vi lavorano ex diplomatici Usa.

Abrahams ha però risposto con estrema calma presentando fatti e riportando quanto ha potuto osservare con i suoi stessi occhi. La Procura ha finalmente presentato una testimonianza che di per sé potrebbe provare i crimini commessi e le responsabilità individuali dell'imputato.
La presentazione delle copie delle lettere inviate al governo di Belgrado all'epoca dimostrano inequivocabilmente, infatti, che Milosevic non poteva non sapere, seppur non dimostrino che sia stato l'ex dittatore ad ordinare che venissero commessi.

Il controinterrogatorio di Fred Abrahams proseguirà domani


by Valentina Cosimati
pubblicato su RadioRadicale.it
L'Aja, 3 giugno 2002

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