06 settembre 2002
TPI: Un ex militare del VJ racconta gli orrori in Kosovo
Depone un ex militare che si autoaccusa: Ho massacrato civili e bruciato abitazioni. Il giudice May gli ricorda che non è necessario che fornisca una deposizione che possa incriminarlo
L'Aja, 6 settembre 2002 - Nell'udienza odierna del processo a carico di Slobodan Milosevic ha testimoniato un ex militare dell'esercito yugoslavo (VJ). Il teste, pur consapevole del rischio di essere a sua volta indagato e condannato, ha raccontato di aver preso parte alle operazioni militari in Kosovo, confessando di aver ucciso civili indifesi, incendiato abitazioni, aver chiesto soldi e aver rubato dai negozi.
K41 racconta gli orrori
Un ex soldato dell'esercito yugoslavo di stanza a Prizren ha deciso di raccontare gli orrori e i crimini che è stato costretto a commettere.
"Signor K41 - ha ammonito May - voglio assicurarmi che lei sia consapevole del fatto che non è obbligato a testimoniare se questa deposizione può in qualche modo divenire accusatoria per lei. Lei sta affermando di aver incendiato case e ucciso civili - ha spiegato il presidente della Terza Corte - non è necessario che prosegua la deposizione, può farlo ma non è obbligato"
"Voglio proseguire", ha affermato il teste chiarendo poi di "essere profondamente pentito" di quanto ha commesso. "Forse testimoniare qui può essere un modo per riuscire a vivere con gli incubi che mi perseguitano", ha affermato
Il teste ha raccontato come venivano attaccate le cittadine in Kosovo, fornendo alcuni esempi concreti di azioni cui ha partecipato egli stesso.
Il teste ha spiegato che le operazioni venivano condotte seguendo uno schema che si ripeteva ogni volta con minime variazioni. L'esercito circondava la località, per circa 20'-30' la cittadina veniva cannoneggiata con l'artiglieria pesante, a quel punto intervenivano le brigate che entravano nel paese, facevano irruzione nelle case, facevano uscire gli abitanti, incendiavano le abitazioni. Queste operazioni erano dette 'di ripulitura'. Per quanto riguarda gli abitanti, venivano fatti scappare dietro richiesta di denaro, venivano uccisi seduta stante oppure venivano costretti a riunirsi in un posto, spesso un cortile, dove venivano uccisi dai militari. Spesso le operazioni venivano condotte da polizia ed esercito congiuntamente.
"Un altro militare ha chiesto soldi ai kosovari, chi non li aveva è stato rimandato in un cortile, gli altri soldati sono andati via, è stato chiesto ai civili se vi era l'Uck e loro hanno detto che non c'era nessuno dell'Uck, dopodiché il sergente ha ordinato a me e agli 4-5 soldati con cui ero di sparare alle persone. Ero anch'io lì e anch'io ho sparato. La cosa che non potrò mai dimenticare è stato un bambino colpito con tre proiettili che urlava e gridava in modo incredibile, le persone continuavano a cadere uno sull'altro, morte. Poi siamo andati in un'altra casa e c'era un anziano che è stato ammazzato dal sergente. Alché abbiamo lasciato il posto, uno dei soldati ha detto che si vedevano le tende muoversi e immediatamente dopo la finestra della casa è stata rotta ed è stata lanciata dentro l'abitazione una granata, dopo non si è sentito più alcun rumore".
Questo un passaggio della deposizione.
Il controinterrogatorio
Durante il controinterrogatorio, Slobodan Milosevic ha cercato di screditare il teste che, a quanto affermato dalla difesa, è ricercato per stupro.
Secondo l'imputato il teste ha deciso di testimoniare per evitare la condanna in patria e ricevere protezione dal TPIY.
"Lei, signor Milosevic, come massimo comandante, avrebbe potuto venire laggiù - ha affermato K41 - a vedere che cosa significavano gli ordini vergognosi che impartiva, ma essere qui - ha proseguito il teste - a raccontare alla persona che ritengo essere il massimo responsabile" degli orrori "per me significa avere forse la possibilità di vivere con i miei incubi"
K41 ha raccontato inoltre di un episodio in cui un soldato serbo che si è rifiutato di uccidere un uomo anziano e disarmato. "Il sergente gli ha sparato e ha detto al soldato: 'ecco come si fa'"
Durante il controinterrogatorio Slobodan Milosevic ha chiesto al teste per quale motivo non abbia denunciato queste azioni ai suoi superiori
"A chi dovevo fare rapporto? a chi ci aveva dato gli ordini?", ha risposto l'ex militare.
L'Aja, 6 settembre 2002 - Nell'udienza odierna del processo a carico di Slobodan Milosevic ha testimoniato un ex militare dell'esercito yugoslavo (VJ). Il teste, pur consapevole del rischio di essere a sua volta indagato e condannato, ha raccontato di aver preso parte alle operazioni militari in Kosovo, confessando di aver ucciso civili indifesi, incendiato abitazioni, aver chiesto soldi e aver rubato dai negozi.
K41 racconta gli orrori
Un ex soldato dell'esercito yugoslavo di stanza a Prizren ha deciso di raccontare gli orrori e i crimini che è stato costretto a commettere.
"Signor K41 - ha ammonito May - voglio assicurarmi che lei sia consapevole del fatto che non è obbligato a testimoniare se questa deposizione può in qualche modo divenire accusatoria per lei. Lei sta affermando di aver incendiato case e ucciso civili - ha spiegato il presidente della Terza Corte - non è necessario che prosegua la deposizione, può farlo ma non è obbligato"
"Voglio proseguire", ha affermato il teste chiarendo poi di "essere profondamente pentito" di quanto ha commesso. "Forse testimoniare qui può essere un modo per riuscire a vivere con gli incubi che mi perseguitano", ha affermato
Il teste ha raccontato come venivano attaccate le cittadine in Kosovo, fornendo alcuni esempi concreti di azioni cui ha partecipato egli stesso.
Il teste ha spiegato che le operazioni venivano condotte seguendo uno schema che si ripeteva ogni volta con minime variazioni. L'esercito circondava la località, per circa 20'-30' la cittadina veniva cannoneggiata con l'artiglieria pesante, a quel punto intervenivano le brigate che entravano nel paese, facevano irruzione nelle case, facevano uscire gli abitanti, incendiavano le abitazioni. Queste operazioni erano dette 'di ripulitura'. Per quanto riguarda gli abitanti, venivano fatti scappare dietro richiesta di denaro, venivano uccisi seduta stante oppure venivano costretti a riunirsi in un posto, spesso un cortile, dove venivano uccisi dai militari. Spesso le operazioni venivano condotte da polizia ed esercito congiuntamente.
"Un altro militare ha chiesto soldi ai kosovari, chi non li aveva è stato rimandato in un cortile, gli altri soldati sono andati via, è stato chiesto ai civili se vi era l'Uck e loro hanno detto che non c'era nessuno dell'Uck, dopodiché il sergente ha ordinato a me e agli 4-5 soldati con cui ero di sparare alle persone. Ero anch'io lì e anch'io ho sparato. La cosa che non potrò mai dimenticare è stato un bambino colpito con tre proiettili che urlava e gridava in modo incredibile, le persone continuavano a cadere uno sull'altro, morte. Poi siamo andati in un'altra casa e c'era un anziano che è stato ammazzato dal sergente. Alché abbiamo lasciato il posto, uno dei soldati ha detto che si vedevano le tende muoversi e immediatamente dopo la finestra della casa è stata rotta ed è stata lanciata dentro l'abitazione una granata, dopo non si è sentito più alcun rumore".
Questo un passaggio della deposizione.
Il controinterrogatorio
Durante il controinterrogatorio, Slobodan Milosevic ha cercato di screditare il teste che, a quanto affermato dalla difesa, è ricercato per stupro.
Secondo l'imputato il teste ha deciso di testimoniare per evitare la condanna in patria e ricevere protezione dal TPIY.
"Lei, signor Milosevic, come massimo comandante, avrebbe potuto venire laggiù - ha affermato K41 - a vedere che cosa significavano gli ordini vergognosi che impartiva, ma essere qui - ha proseguito il teste - a raccontare alla persona che ritengo essere il massimo responsabile" degli orrori "per me significa avere forse la possibilità di vivere con i miei incubi"
K41 ha raccontato inoltre di un episodio in cui un soldato serbo che si è rifiutato di uccidere un uomo anziano e disarmato. "Il sergente gli ha sparato e ha detto al soldato: 'ecco come si fa'"
Durante il controinterrogatorio Slobodan Milosevic ha chiesto al teste per quale motivo non abbia denunciato queste azioni ai suoi superiori
"A chi dovevo fare rapporto? a chi ci aveva dato gli ordini?", ha risposto l'ex militare.
by Valentina Cosimati
pubblicato su RadioRadicale.it
L'Aja, 6 settembre 2002