14 maggio 2002

 

Tanic accusa Milosevic, Ha pianificato la pulizia etnica in Kosovo

Iniziata la testimonianza di Ratomir Tanic. Faceva parte dei servizi segreti, ora è sotto regime di protezione

L'Aja, 14 maggio 2002 - È iniziata oggi la deposizione del primo testimone sotto regime di protezione del processo a carico di Slobodan Milosevic, si è conclusa inoltre la testimonianza di Yussuf Loku, che ha parlato dei massacri nella municipalità di Kacanik.

Chi è Ratomir Tanic

Ratomir Tanic è stato il braccio destro di Dusan Mihajlovic, l'allora ministro della polizia nonché leader del partito di governo Nuova Democrazia durante gli anni '90.

Ha partecipato alla preparazione degli incontri di pace di Dayton nel 1995 e a vari incontri segreti per la preparazione dei tavoli negoziali.

È stato torturato insieme a sua moglie dalla polizia segreta yugoslava presumibilmente perché accusato di doppiogiochismo con i servizi britannici.

Ora è sotto regime di protezione per cui la testimonianza si è svolta a volto coperto, ma è stata in gran parte accessibile al pubblico per garantire - ha chiarito il giudice Richard May, presidente della terza Corte del Tribunale Onu - la massima pubblicità e trasparenza del processo.
Si prevede che Ratomir Tanic sarà ascoltato per tutta la settimana

Tanic: Milosevic ha pianificato la pulizia etnica in Kosovo

Ratomir Tanic ha oggi iniziato a disegnare il quadro delle relazioni interne al governo di Belgrado e ha parlato degli incontri segreti preparatori ai principali tavoli negoziali.

"Milosevic - ha affermato il teste dell'accusa in un punto della sua deposizione - era formalmente il principale negoziatore, ma nella preparazione della piattaforma negoziale Radko Markovic era quello che decideva".

Tanic ha affermato inoltre che Slobodan Milosevic inizialmente era disposto a trovare una soluzione per il Kosovo, ispirandosi "al modello del Sud Tirolo", ma che ad un certo punto ha cambiato radicalmente idea.

Mentre si stava preparando la piattaforma negoziale per degli incontri segreti, coordinati don Vincenzo Paglia, della comunità di Sant'Egidio, tra governo di Belgrado, delegazioni albanesi e ambasciatori dei paesi del Gruppo di contatto Milosevic ha iniziato a parlare di invasione degli albanesi in Kosovo, di Grande Albania e della 'necessità' di riportare il numero degli albanesi (oltre l'80%) ad un 10% della popolazione

"[Milosevic] ha detto che avrebbe dimostrato - ha riportato il teste - che in Kosovo c'era meno di un milione di albanesi e comunque meno del 10% della popolazione, per cui non avrebbero potuto avere l'autonomia".

"Si poneva un problema, il numero effettivo degli albanesi. Ma le autorità serbe avrebbero potuto riportare il numero a cifre 'realistiche'. L'unico modo per ottenere un tale risultato era attraverso la pulizia etnica", ha dichiarato il teste dell'accusa.

Tra S.Egidio e il Vaticano

Rimane poco chiaro il ruolo di don Vincenzo Paglia della Comunità di Sant'Egidio, una figura chiave e a volte molto discussa del conflitto nei Balcani, che ha coordinato, come rappresentante di ONG e come inviato vaticano, molti incontri segreti preparatori ai tavoli negoziali.
"Don Vincenzo Paglia - ha affermato Tanic - era più che un ambasciatore del Vaticano, era il portavoce ufficiale del papa, Giovanni Paolo II"
La deposizione di Tanic proseguirà domani

by Valentina Cosimati
pubblicato su RadioRadicale.it
L'Aja, 14 maggio 2002

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