13 febbraio 2002

 

Processo Milosevic: seconda udienza

Nella seconda udienza della Norimberga dei Balcani; Milosevic è stato accusato di aver riportato l'Europa alla Seconda Guerra mondiale e di aver causato "un inferno medievale". L'ex capo di stato ha mostrato lievi segni di turbamento solo durante la proiezione delle immagini dei lager. 'Slobo' ha poi preso la parola per chiedere lo slittamento del suo intervento a domani ma ha "colto l'occasione" per reiterare le accuse contro la Corte e Carla Del Ponte
13 febbraio 2002

È iniziata questa mattina all'Aja la seconda udienza del processo contro l'ex-presidente jugoslavo Slobodan Milosevic.

La seduta di questa mattina è stata dedicata agli ultimi interventi preliminari della pubblica accusa, con la conclusione dell'intervento di Geoffrey Nice e con quello del secondo sostituto, il canadese Dirk Rynenveld
Nell'aula bunker dell'Aja la pubblica accusa ha mostrato le celebri prime immagini di un campo di concentramento serbo in Bosnia, filmate nel 1992 da una équipe televisiva britannica.

La requisitoria di Nice

Il britannico Nice ieri e oggi ha illustrato in generale l'impianto accusatorio della procura per le tre imputazioni rivolte a Milosevic, per la pulizia etnica in Bosnia, Croazia e Kosovo, parlando complessivamente per più di sei ore
Nice ha accusato Milosevic di aver riportato l'Europa al tempo della Seconda guerra mondiale e ha parlato di ''complicità criminale'' di 'Slobo' per le atrocità commesse in Bosnia durante il conflitto, dal 1992 al 1995.

Al centro della parte conclusiva della requisitoria del sostituto procuratore britannico Geoffrey Nice la situazione di terrore in cui sono stati ridotti gli abitanti di Sarajevo, che "hanno vissuto un inferno medievale''.

Un inferno medievale che ha riportato l'Europa alla Seconda guerra mondiale

''Migliaia di civili ridotti ad uno stato di privazioni medievali nonché ' in uno stato costante di terrore''. Così Geoffrey Nice ha descritto la situazione delle 350mila persone rimaste a Sarajevo, capitale bosniaca, quando paramilitari serbi la posero sotto assedio nell'aprile del 1992. Un assedio durato tre anni, ''un episodio di una tale notorietà -ha aggiunto- che è necessario tornare alla Seconda Guerra Mondiale per trovare situazioni simili nella storia''

''I residenti di Sarajevo sono stati bersaglio dei cecchini anche nelle loro abitazioni'', ha continuato Nice, ricordando come colpi di mortaio venivano lanciati contro le persona in fila per prendere l'acqua o contro i bambini che cercavano di andare a scuola, contro gli ospedali o sui mercati

Le prove che incastreranno 'Slobo'

Il sostituto procuratore del Tribunale penale internazionale ha indicato che durante il processo la pubblica accusa presenterà le prove della ''chiara responsabilità criminale dell'accusato Milosevic''.
''Le prove dimostreranno che Milosevic aveva l'effettivo controllo di tutte le unità paramilitari in ogni momento'', ha chiarito il sostituto procuratore, sottolineando che anche altre città sono state teatro di atrocità come Srebrenica, dove 6.500 tra adulti e ragazzi sono stati uccisi cinque giorni dopo la caduta della città, la quale venne poi dichiarata zona protetta dalle Nazioni Unite.

Nel pomeriggio il sostituto procuratore del Tribunale Penale internazionale Dirk Ryneveld, responsabile in particolare del filone Kosovo del processo contro Milosevic ha annunciato che verrà ascoltato "un certo numero di testimonianze di donne kosovare sulle violenze sessuali"
"Queste vittime - ha aggiunto - dimostreranno un grande coraggio venendo a deporre davanti al mondo''. Secondo Ryneveld fra le testimoni ci saranno vittime di ''stupri di gruppo'' da parte dei soldati serbi e di ''sorelle e madri di donne portate via e mai tornate''

I lager

Durante l'udienza sono stati mostrati video di prigionieri in un campo di concentramento in Bosnia e Nice ha denunciato che civili serbi erano armati, e quindi in grado di assediare le città anche se musulmani e croati erano in numero superiore, ma disarmati.

Milosevic, rimasto impassibile durante i primi due giorni di processo, ha dato segni di tensione soltanto durante le proiezioni.

Milosevic interviene per pochi minuti

L'ex uomo forte dei Balcani è intervenuto dalla sbarra per pochi minuti prima di essere interrotto dal giudice Richard May, per chiedere di rinviare il suo intervento a domani e per ribadire le sue accuse di illegittimità della Corte.

Il presidente della corte il britannico Richard May ha dato la parola a Milosevic alle 15:32, meno di mezz'ora prima della fine dell'udienza di oggi.
''Può parlare- ha affermato May rivolto all'imputato - in piedi o seduto, come preferisce''. Milosevic è rimasto seduto. ''Non ha senso che incominci ora - ha dichiarato l'ex capo di Stato - per essere interrotto fra poco, sarebbe logico per me cominciare domani''. May ha accettato la richiesta.

Milosevic ha poi, però, tenuto a sollevare diversi punti giuridici. ''Voglio cogliere questa opportunità'', ha spiegato l'imputato attaccando la Corte, Carla Del Ponte e sollevando di nuovo la questione dell'illegalità della procedura del suo arresto.

''Questo tribunale non è competente per giudicarmi'' ha esordito, contestando poi al presidente della corte di non avere sollecitato il parere della corte internazionale di giustizia sulla legalità della procedura e denunciando le condizioni ''illegali'' del proprio trasferimento da Belgrado all'Aja ''in violazione della costituzione jugoslava e della costituzione serba''.

L'ex-presidente jugoslavo ha poi criticato Carla Del Ponte: "ha già pronunciato la sentenza" e ha denunciato che ''un processo parallelo si svolge nei mass media''

''Lei ha chiesto di parlare domani - lo ha interrotto May - ma vedo che ha già cominciato''. Domani mattina il processo riprenderà con la contro-requisitoria dell'accusato.

by Valentina Cosimati
pubblicato su RadioRadicale.it
Roma, 13 febbraio 2002

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