04 giugno 2002

 

La Procura reagisce e indaga il teste reticente, HRW incastra Milosevic

Il testimone K12 viene accusato di offesa alla Corte perché continua a non rispondere. Intanto Abrahams di HRW fa crollare la linea difensiva di Milosevic. Proseguono le testimonianze dirette sul massacro di Racak

L'Aja, 4 giugno 2002 - Nell'udienza odierna del processo a carico di Slobodan Milosevic per i crimini commessi nella ex Yugoslavia il testimone protetto K12 ha rifiutato di rispondere alle domande e il presidente della Terza Corte, giudice Richard May, ha spiegato al testimone dell'accusa che è tenuto a fornire la sua testimonianza e visto che non ha intenzione di rispondere dovrà essere indagato dalla Procura.

L'imputato (che si difende da solo in quanto non riconosce la legittimità della Corte), ha proseguito il contro-interrogatorio di Fred Abrahams, ricercatore associato di Human Rights Watch, cercando invano di provocare e di far cadere in contraddizione il teste.

Con la deposizione di ieri e di oggi, Abrahams è divenuto uno dei più importanti testimoni-chiave del processo ed è riuscito ad 'incastrare' Milosevic con la presentazione di fatti e documenti. La sua testimonianza ha dimostrato inoltre l'importanza del lavoro delle organizzazioni umanitarie e delle ONG.

Proseguite inoltre le deposizioni dei testimoni diretti del massacro di Racak.

Lo strano caso del Testimone K12

Il Testimone K12 ha rifiutato anche oggi di rispondere alle domande per paura di ritorsioni sulla sua persona e sulla sua famiglia. Ha sostenuto di non avere alcuna informazione da fornire alla Corte e di non essere in grado di rispondere.

Il giudice Richard May ha chiarito al testimone che ha fornito la propria deposizione su base volontaria - non è stato costretto da nessuno a testimoniare - che, dopo aver giurato è tenuto a rispondere. Per questo motivo il teste è stato accusato di offesa alla Corte e dovrà tornare in Tribunale con un avvocato, l'accusa - ha specificato May - potrà essere ritirata nel caso in cui il teste decidesse di cambiare idea e di testimoniare in questo dibattimento.

Milosevic accusa la Corte

La Corte ha ordinato al Testimone K12 di parlare con la Procura in merito al suo comportamento, dopo aver prestato giuramento.

Nei casi ordinari i testimoni non possono parlare con nessuno della loro deposizione dopo la 'dichiarazione solenne', ma il giudice May ha ritenuto che questo fosse un caso non ordinario e ha quindi ritenuto opportuno in conformità con la procedura del Tribunale di chiedere che teste e Procura discutessero della testimonianza.

"State violando le convenzioni internazionali", ha accusato Milosevic appigliandosi all'eccezionalità della situazione.
"Il testimone sta rifiutando di rispondere - ha risposto Richard May - quindi non vi è alcuna violazione del regolamento del Tribunale"

Abrahams incastra Milosevic

La testimonianza del ricercatore di Human Rights Watch ha messo in crisi tutta la linea difensiva di Slobodan Milosevic, con la presentazione dei rapporti, di documenti, di foto. Inoltre Abrahams è stato fisicamente in Kosovo per le ricerche ed è quindi anche un testimone oculare.

All'uscita dal Tribunale abbiamo potuto chiedere un commento al teste, che sembrava totalmente ignaro dell'importanza della sua deposizione.

"Sembrava di essere nell'arena dei leoni - ha affermato - ma ho detto solo quello che sapevo e ho cercato di non farmi influenzare dalle emozioni e da Milosevic".

Il ricercatore di Human Rights Watch ha inoltre ricordato, sempre a margine, l'impegno del Partito Radicale, di No Peace Without Justice e di Radio Radicale nella battaglia per l'incriminazione dell'ex capo di Stato e per l'istituzione del Tribunale Penale Internazionale per i crimini commessi nella ex Yugoslavia, oltreché della Corte Penale Internazionale.

"Un governo ha il diritto di difendersi, ma non ha il diritto di violare le sue stesse leggi e di violare le leggi internazionali, questa è la critica che abbiamo avanzato al suo governo".

Prove contro Milosevic

Questa affermazione, che il teste ha fornito anche ieri in forma diversa sostanziandola con prove, è il cuore del processo.

Milosevic infatti non poteva non sapere che l'esercito e le forze armate sotto il suo controllo stavano violando le convenzioni e le leggi internazionali, anche perché le organizzazioni umanitarie, i politici e gli esponenti di importanti organismi come NATO e OSCE hanno costantemente denunciato tali gravi violazioni. Per questo motivo l'ex capo di stato è sotto processo presso il TPIY.

La deposizione di Abrahams ha evidenziato inoltre l'importanza del lavoro e delle ricerche delle organizzazioni umanitarie per l'affermazione dell'importanza della punibilità dei 'criminali di stato' che sistematicamente violano i diritti umani abusando del loro potere personale e militare.

Altre testimonianze dirette del massacro di Racak

Sono stati inoltre ascoltati altri due testimoni diretti del massacro di Racak il 15 gennaio 1999, Agron Mehmeti e Xhemajl Beqiri, che proseguirà la testimonianza domani.

I testimoni hanno raccontato che esercito e forze armate serbe hanno ripetutamente attaccato la cittadina, bruciando case e uccidendo civili indiscriminatamente.

Ridotti i tempi del controinterrogatorio

La Corte ha stabilito inoltre che Slobodan Milosevic avrà a disposizione 45' per controinterrogare i testimoni 92bis.

I tempi sono stati ridotti, ha spiegato il presidente della Terza Corte, per restringere i tempi e perché la difesa "continua a fare comizi più che porre domande rilevanti"
Milosevic si è opposto ma la Corte ha rifiutato l'obiezione.



by Valentina Cosimati
pubblicato su RadioRadicale.it
L'Aja, 4 giugno 2002

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