26 febbraio 2002

 

La Corte richiama all'ordine Slobo

Nella decima udienza del processo a carico di Slobodan Milosevic proseguono le testimonianze dirette delle violenze delle milizie serbe in Kosovo nel marzo del 1999. L'ex dittatore continua a sostenere che l'accusa manipola i testimoni e la Corte richiama all'ordine la difesa
Ultimo aggiornamento: 26 febbraio 2002 h22.18 (CET)

Oggi all'Aja si è concluso il controinterrogatorio di Agon Berisha, il medico kosovaro di etnia albanese che ha ieri fornito una lucida descrizione delle violenze perpetrate dalle milizie serbe nei giorni immediatamente successivi il 24 marzo, giorno dell'attacco Nato.

Dopo Berisha ha testimoniato Ajmane Behramaj, la prima teste donna del processo, che ha perso il figlio di 6 settimane mentre cercava di scappare verso l'Albania.

La Corte richiama all'ordine la difesa

Slobodan Milosevic ha tentato anche nel caso dei due testimoni di dimostrare che si sta inscenando una farsa contro di lui all'Aja e per questo sono state ingaggiate delle comparse per rendere più credibile la rappresentazione.

A seguito di una protesta del sostituto procuratore britannico Geoffrey Nice, il presidente Richard May, ricordando per l'ennesima volta all'imputato che la difesa non può commentare durante il controinterrogatorio ma semplicemente porre delle domande che siano rilevanti ai fini del processo, ha caldamente invitato Milosevic a non proseguire oltre nella strada scelta.

"Questo è un tribunale di professionisti" - ha ricordato, richiamando ai codici comportamentali necessari durante lo svolgimento di un processo.


L'ex capo di stato ha continuato infatti anche in questa decima udienza a cercare di dimostrare che i testimoni sono "falsi", nell'evidente tentativo di minare la credibilità della Corte che lo sta giudicando.
Milosevic, non contestando nei fatti le accuse a lui rivolte, ha proseguito con la linea difensiva scelta dall'inizio del processo: "L'accusa sta manipolando le testimonianze", ha affermato.

by Valentina Cosimati
pubblicato su RadioRadicale.it
Roma, 26 febbraio 2002

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