15 marzo 2002

 

Scontro in aula tra Ashdown e Milosevic

Nella ventiduesima udienza della Norimberga dei Balcani si è acceso un dibattito serratissimo tra Slobodan Milosevic e Paddy Ashdow. "Le ho detto che se avesse continuato ad ignorare tutti gli avvertimenti sarebbe finito nel Tribunale Internazionale, ed eccola qui", ha detto Ashdown che ha continuato a rivolgersi a Milosevic come ad un suo collega
Ultimo aggiornamento: 15 marzo 2002 h20.20 (CET)

Oggi si è concluso l'interrogatorio dell'accusa del primo testimone eccellente del processo a carico di Slobodan Milosevic. La difesa ha quindi controiterrogato Lord Ashdown, dando vita ad una vera e propria tribuna politica in cui sono stati sciolti alcuni dei nodi fondamentali del processo e sono state evidenziate le responsabilità del regime serbo e in particolare dell'imputato, ma anche le ombre dell'Uck, definito da Ashdown un'organizzazione terroristica.

Milosevic non poteva non sapere

Il futuro rappresentante Onu in Bosnia ha ricordato all'imputato di quando è stato da lui ricevuto. "Lei non poteva non sapere quanto stava accadendo, le era stato detto in tutti i modi, anche da Tony Blair" - ha affermato Ashdown rivolgendosi sempre in modo diretto al suo ex interlocutore politico.
"Se lei ben ricorda - ha proseguito l'ex leader liberaldemocratico britannico - io sono venuto a parlare con lei per convincerla a smettere la sua politica per evitare l'intervento della comunità internazionale, per evitare che vi fosse 'l'aggressione Nato'. Le ho detto che se avesse continuato ad ignorare tutti gli avvertimenti sarebbe finito nel Tribunale Internazionale, ed eccola qui"

"Le ho detto che i suoi ufficiali le stavano mentendo", ha proseguito Ashdown riferendosi all'incontro con l'allora presidente jugoslavo in cui Milosevic aveva riferito all'inviato britannico che l'Uck stava violando il cessate il fuoco mentre l'esercito serbo lo stava rispettando. "Gli attacchi nei villaggi continuavano anche dove le era stato detto che erano finiti", ha ricordato Ashdown

L'esercito di Liberazione del Kosovo (Uck)

Lord Ashdown ha chiarito che "c'erano tre Uck" che operavano a differenti livelli, dalla 'protezione' dei villaggi ad una struttura politica organizzata. L'ex leader liberaldemocratico britannico ha anche specificato che "a suo avviso Rugova non aveva un effettivo controllo dell'Uck come sosteneva lui".

In ogni caso era piuttosto semplice per l'Uck, che "ha causato molte sofferenze alla popolazione serba", far passare le armi attraverso il confine albanese, con l'appoggio implicito delle gerarchie albanesi.


"Non ho mai negato che l'Uck facesse attacchi terroristici o che non fossero terroristi, ma lei è andato contro ogni legislazione internazionale, le azioni terroristiche dell'Uck non giustificano in alcun modo le rappresaglie messe in atto con quella violenza da parte del suo esercito", ha affermato Ashdown
"La ringrazio - ha replicato Milosevic - perché nessuno dei testimoni che l'ha preceduta ha ammesso che si trattasse di terrorismo"
"Non ho mai negato il diritto di Milosevic o dell'esercito serbo di fare delle azioni contro il terrorismo ma ho sempre detto a Milosevic che doveva farlo in modo chiaro e non in violazione costante delle leggi internazionali" - ha successivamente e ripetutamente chiarito Paddy Ashdown

C'è una differenza tra lotta al terrorismo e sistematico massacro di civili

Il futuro rappresentante Onu in Bosnia ha parlato di una strategia della tensione messa in atto dal governo di Belgrado per far sì che l'Uck reagisse in modo violento e per creare quindi una giustificazione alla rappresaglia dell'esercito serbo, ma - ha chiarito "non c'è giustificazione per l'abuso di forza militare contro civili inermi in patente violazione del diritto internazionale".

"Le ho detto - ha ricordato Ashdown rivolto a Milosevic - anche che secondo me quello che lei stava attuando non era una lotta al terrorismo ma un modo per provocare la reazione dell'Uck ed avere in questo modo una giustificazione per aggravare la situazione e far diventare la rappresaglia delle milizie serbe più violenta"

"Ho visto circa 300 persone che vivevano nelle montagne, preferendo lasciare le proprie case nonostante l'inverno rigido, utilizzando patetici travestimenti solo per salvare le loro vite perché erano troppo spaventati dalle azione delle sue forze militari. Vivevano in condizioni di privazione totale pur di sfuggire alla violenza delle sue forze, ho poi aggiunto che ho visto le stime dell'UNHCR che ho immaginato essere più precise delle mie che parlavano di 20.000 profughi che vivevano nelle montagne in seguito alle azioni delle milizie serbe"

"Lei ha agito con una violenza inaudita - ha accusato Ashdown - nei confronti di civili, ha massacrato civili inermi e ha distrutto villaggi, con un uso eccessivo della forza militare"

Necessario punire i criminali di guerra

Ashdown ha inoltre ribadito la necessità di un sistema che consenta di perseguire i criminali di guerra a livello internazionale "non solo per la ex-Jugoslavia", ma in tutto il mondo, ribadendo di fatto l'importanza di strumenti di giurisdizione internazionale, come il Tribunale dell'Aja.

by Valentina Cosimati
pubblicato su RadioRadicale.it
Roma, 15 marzo 2002

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