23 maggio 2002

 

Milosevic e la libertà di informazione

Sono di nuovo i giornalisti di Koha Ditore a mettere in difficoltà l'ex uomo forte di Belgrado. È iniziata inoltre la deposizione di Merovci, strettissimo collaboratore di Rugova

L'Aja, 23 maggio 2002 - Baton Haxhiu accusa: "Lei ha chiuso la radiotelevisione Pristina". Milosevic si difende: "Voi non trasmettevate in tutte le lingue".
Ancora una volta i giornalisti del principale quotidiano kosovaro di lingua albanese, Koha Ditore, mettono in difficoltà Slobodan Milosevic, costringendolo a "chiarire" la sua personalissima visione di libertà di stampa e di informazione.

Il 18 aprile scorso aveva testimoniato Veton Surroi, direttore del più importante giornale indipendente kosovaro «Koha Ditore» , chiuso dalle autorità serbe pochi giorni prima dell'intervento NATO.
Oggi ha testimoniato Baton Haxhiu, un giornalista di Koha Ditore che ha parlato in particolar modo di libertà di informazione, dei problemi legati all'educazione e delle difficoltà per il raggiungimento di un accordo tra serbi e albanesi del Kosovo.

E' iniziata inoltre la deposizione di Adman Merovci, un sindacalista strettissimo collaboratore di Ibrahim Rugova. La sua testimonianza si preannuncia interessante soprattutto per la comprensione dei retroscena politici dal punto di vista kosovaro-albanese.

La libertà di informazione secondo Milosevic

Durante il serratissimo faccia a faccia tra Slobodan Milosevic e Baton Haxhiu, sono emersi i problemi principali legati alla situazione di apartheid instaurata in Kosovo dal regime di Belgrado.

Il la radiotelevisione kosovara (RTV Pristina) è stata invasa dalle truppe serbe. I militari hanno picchiato i giornalisti e hanno rimpiazzato i 1.300 lavoratori kosovari dell'emittente con personale serbo o comunqe fedele al regime di Belgrado.

Milosevic ha oggi fatto intendere che si è trattato di un'operazione per garantire una maggiore libertà di informazione.

RTV Pristina trasmetteva programmi principalmente in lingua albanese, parlata da oltre l'80% della popolazione. Dopo l'occupazione dell'emittente da parte delle milizie serbe, RTV Pristina ha trasmesso programmi nelle varie lingue dell'ex-Yugoslavia.

D: "Secondo quanto si legge nelle sue dichiarazioni, Radio Kosovo è stata chiusa, ma non mi risulta - ha affermato Milosevic - che sia mai esistita. Esisteva?"
R: "In effetti, e mi scuso per questa sfumatura linguistica che può aver indotto in errore, esisteva una Radiotelevisione Pristina, che è stata chiusa e per questo ho detto che la tv del Kosovo è stata chiusa e 1300 lavoratori sono stati licenziati", ha chiarito il testimone.
D: "Le risulta - ha chiesto l'imputato - che la Tv Pristina trasmettesse anche in altre lingue oltreché in albanese? Come la tv serba?"
R: "C'erano 5 minuti di trasmissione in turco", ha spiegato il teste.

Le autorità di Belgrado, quindi, stando a quanto emerge dal controinterrogatorio condotto dallo stesso Milosevic (che si difende da solo in quanto non riconosce la legittimità della Corte che lo sta giudicando), hanno rimpiazzato tutti i giornalisti di etnia albanese che lavoravano nella stazione televisiva. Questo - ha fatto intendere Milosevic - per consentire una maggiore libertà di espressione. Infatti, i giornalisti inviati dal regime di Berlgrado trasmettevano anche in albanese.

Le vicissitudini di Haxhiu

Baton Haxhiu è stato fermato dalla polizia serba tre volte, si è nascosto insieme alla sua e ad altre tre famiglie all'interno di una cantina nella capitale del Kosovo, è stato dichiarato morto, è poi riuscito a fuggire verso la Macedonia per rifugiarsi quindi in Germania, Francia, Regno Unito.

In questi paesi ha avuto incontri con personaggi politici importanti, come il ministro degli esteri tedesco Fischer. In Macedonia ha continuato a far uscire il giornale "Koha Ditore in esilio, che - ha raccontato il teste - veniva letto dai profughi".

L'incontro con l'intelligence

"Era normale in Kosovo che - ha raccontato Haxhiu - i giornalisti venissero portati in caserma per chiedere loro informazioni, io sono sempre stato trattato bene".

Il giornalista ha poi raccontato di aver incontrato Stanisic, Galic e Hadic, tre esponenti dell'intelligence. "Con Stanisic - ha affermato il teste - era possibile parlare ma non con gli altri due che erano solo degli ottusi burocrati".

Secondo quanto riferito da Haxhiu, Jovica Stanisic, allora a capo dell'intelligence, gli aveva chiarito di ritenere "fuori discussione" l'ipotesi di indipendenza del Kosovo che avrebbe potuto portare ad una guerra. Nondimento, però, si poteva pensare a delle soluzioni.
In ogni caso - ha chiarito il giornalista - "erano possibili degli spiragli di incontro. Per questo Stanisic mi ha chiesto di cercare dei canali giusti per una eventuale trattativa e l'ho fatto".

"Lei è stato quindi un collaboratore della Polizia di Stato?", ha chiesto Milosevic.
"No - ha risposto l'intellettuale - ho incontrato i membri dell'intelligence solo in tre occasioni". "Per noi - ha proseguito il teste - era molto importante raggiungere un accordo", soprattutto "dopo quanto accaduto in Bosnia" e dato che "non potevamo in alcun modo fronteggiare l'esercito serbo".

Iniziata la deposizione di Merovci

Oggi è iniziata inoltre la testimonianza di Adman Merovci, considerato scherzosamente l'ombra del presidente del Kosovo Ibrahim Rugova.
Merovci ha sempre seguito Rugova in ogni occasione politica. Merovci è stato arrestato e torturato dalle milizie serbe.
Il controinterrogatorio proseguirà domani.


by Valentina Cosimati
pubblicato su RadioRadicale.it
L'Aja, 23 maggio 2002

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