04 marzo 2002

 

Truthi, «Le bombe Nato non hanno colpito case»

"Nessuna casa è stata distrutta dai bombardamenti Nato". Così il testimone Hasan Truthi, che nella quattordicesima udienza della Norimberga dei Balcani ha raccontato le violenze dei kosovari di etnia albanese durante il regime serbo.
Nel Kosovo intanto si torna alla normalità, con l'elezione a presidente di Rugova.


Ultimo aggiornamento: 4 marzo 2002 h18.35

Questa mattina il teste dell'accusa, l'avvocato kosovaro di etnia albanese Hasan Truthi, ha reso la sua testimonianza diretta riguardo alla situazione di apartheid attuata dal regime serbo in Kosovo, ai bombardamenti Nato, alle violenze subite e all'esodo dei profughi

Il regime di apartheid

Durante la mattinata il teste ha raccontato di aver perso il lavoro perché il ministero della Giustizia ha deciso di chiudere il tribunale per il quale lavorava. Nel controinterrogatorio della difesa Hasan Truthi ha spiegato che "gli albanesi erano costretti a non utilizzare la loro lingua nella presentazione di documenti ufficiali, che dovevano essere redatti in serbo".

Truthi: "I bombardamenti Nato hanno colpito solo obiettivi militari"

Hasan Ttruthi nel controinterrogatorio ha parlato dei bombardamenti Nato, chiarendo che a Djakova, la sua città, "non sono stati colpiti obiettivi civili, ma solo militari. Hanno bombardato una caserma militare" - ha spiegato il teste. "Nessun attacco aereo Nato ha colpito obiettivi civili", ha affermato Truthi incalzato da Milosevic, "non una singola casa è stata colpita da bombe Nato", mentre "con i miei occhi ho visto poliziotti serbi dar fuoco alle case"

La difesa ha quindi cercato di far cadere in contraddizione il testimone chiedendogli di un'abitazione serba colpita dai bombardamenti. In quell'occasione sono state colpite anche le case vicine, tra cui quella di un avvocato di Djakova: "Lei non sa nulla della distruzione della casa e dell'uccisione di un suo collega?"- ha chiesto Milosevic. "Non ero a Djakova quel giorno, quando sono tornato [nel Kosovo] sono venuto a conoscenza della morte del mio collega, ma non so come sia avvenuta".

Le violenze

Truthi ha inoltre confermato le deposizioni dei testimoni che lo hanno preceduto in merito alle violenze delle milizie serbe nei giorni immediatamente successivi al 24 marzo 1999.

"La notte del 1° aprile è stata la più terribile: la polizia serba ha assediato la città e ha iniziato a dar fuoco alle case. Il giorno dopo siamo stati presi dalla polizia, ci hanno raccolti tutti insieme in un luogo e ci hanno intimato di lasciare le nostre case e di andare verso l'Albania. Eravamo un gruppo di oltre 50 persone - ha raccontato Truthi - e ci siamo diretti verso Prizren, dove abbiamo incontrato altre persone [profughi] che avevano subito maltrattamenti dalla polizia ed erano stati costretti a lasciare le loro case".

Truthi ha poi raccontato le difficoltà dei profughi verso l'Albania: "Le milizie serbe non fornivano aiuto ai profughi - ha ricordato - ma ci maltrattavano nel più brutale dei modi sulla strada verso l'Albania"
Come gli altri testimoni che lo hanno preceduto, anche l'avvocato di Djakova ha raccontato che "alla frontiera [albanese] soldati in uniforme mimetica ci hanno preso i documenti"

Il secondo testimone dell'accusa, Qamil Shabani, ha raccontato dei campi di concentramento per i profughi e della sua odissea verso la Macedonia. Shabani proseguirà la sua testimonianza domani mattina.

In Kosovo intanto si torna alla normalità

Mentre si sta svolgendo il processo a carico di Slobodan Milosevic, nel Kosovo è stato eletto presidente Ibrahim Rugova. Il parlamento multietnico della provincia jugoslava, sotto amministrazione dell'Onu dal 1999, ha quindi approvato l'istituzione del primo governo autonomo della regione

Il parlamento ha salutato con un'ovazione l'esito del voto parlamentare che con 88 voti a favore su un totale di 120, tre contrari e 15 astenuti ha siglato l'intesa raggiunta a fine febbraio dai tre principali partiti della comunità albanese, dopo lunghe trattative mediate dal governatore delle Nazioni Unite per la regione Michael Steiner.

Ibrahim Rugova della Lega Democratica del Kosovo sarà quindi presidente mentre il suo rivale Bajram Rexhepi del Partito democratico sarà il premier della Repubblica

''Lavoreremo sull'integrazione dei gruppi etnici nella vita politica economica e sociale del Kosovo'' e, ha assicurato Rugova, ''svilupperemo una società di tolleranza, comprensione e conciliazione''.

Positiva la reazione della comunità internazionale e soprattutto dell'Unione Europea. Javier Solana ha infatti salutato con soddisfazione il voto di Pristina

by Valentina Cosimati
pubblicato su RadioRadicale.it
Roma, 04 marzo 2002

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